Il Manifesto della Bottega Digitale

L’umanità sta acquisendo tutta la tecnologia giusto per tutte le ragioni sbagliate.

R. Buckminster Fuller

In un mondo come quello contemporaneo, in cui l’essere umano viene stimolato in maniera quasi ossessiva da una tecnologia che si rinnova continuamente e alla velocità della luce, Unopuntozero nasce per fare quel passo indietro che ci permetta di restare al passo.

Si combatte una guerra senza esclusione di colpi tra i difensori del progresso a oltranza e chi demonizza la tecnologia, vista come mostro disumanizzante.

Fioccano immagini satiriche di uomini, donne e bambini sempre più distanti l’uno dall’altro e ripiegati sulla propria identità virtuale: lo smartphone.

Il paradosso è che queste immagini compaiono proprio sui suoi schermi, in particolare sulle bacheche dei social network più in voga, quali Facebook e Instagram.

Sembrerebbe impossibile non essere assorbiti dal buco nero tecnologico, persino per chi decide di combatterlo.

E se, invece, si decidesse di patteggiare?

 

Unopuntozero si colloca al centro del conflitto più sanguinoso dei nostri tempi, colpisce al cuore il problema cruciale di intere generazioni proponendo una nuova chiave di lettura: se la tecnologia è così onnivora da divorare voracemente ogni nostro istinto vitale andando a svolgere sempre più un ruolo antagonistico nelle nostre esistenze perché non tornare indietro a quando era nostra amica?

Perché non rabbonirla come una bestia feroce fino a farle ritirare gli artigli?

D’altronde la tecnologia l’abbiamo inventata noi, è la prima arma che l’essere umano ha brandito per affermare la propria indipendenza, per controllare l’incontrollabile, per canalizzare le energie al fine di raggiungere precisi scopi. È l’espressione più pura dell’inventiva umana, dell’umana creatività.

La creatività è il perno attorno al quale ruotano le attività e i corsi di Unopuntozero: recuperare l’istinto umano di creare, costruire con le proprie mani riteniamo sia il modo più efficace di tornare a un uso consapevole della tecnologia.

Per servircene e non essere al suo servizio.

 

È un’associazione più che un luogo fisico: un gruppo di persone animate da un identico obiettivo, quello di umanizzare la tecnologia, smettere di subirla, riprenderne possesso.

Uno e zero come i bit, la materia prima della tecnologia, a cui occorre tornare proprio mentre si parla sempre più spesso di industria 4.0 ma senza che sia ancora mai avvenuta una vera digitalizzazione.

Unopuntozero scompone la tecnologia per rifamiliarizzare con essa e infine ripristinare la sua vocazione originaria di strumento al servizio dei saperi e dell’uomo.

Si occupa principalmente di formazione, declinata in diversi ambiti, rivolta a destinatari di età e provenienza differenti ma sempre finalizzata a costruire un ponte tra innovazione e tradizione, uomo e tecnologia.

Per Unopuntozero è vitale rintracciare altri potenziali soci animati dalla stessa urgenza di inserirsi nel dibattito tecnologico apportando un contributo originale che proponga una nuova sintesi tra rivoluzionario e universale, per non chiudersi al cambiamento e nel contempo non subirlo.

Ancora più importante è la vocazione sociale dell’impegno dell’associazione che si concretizza nell’aiutare le nuove generazioni a usare la tecnologia consapevolmente e non lasciare isolate le “fasce emarginate”: anziani, immigrati. Coinvolgere tutti, non lasciare indietro nessuno, con attività mirate a colmare ogni gap generazionale.

La tecnologia infatti non è appannaggio dei nativi digitali o dei makers: ciò che Unopuntozero si propone di fare è recuperarne la vocazione originaria di strumento umano. Il braccio robotico come estensione di quello umano, non burattinaio di cui gli esseri umani finiscono per essere le marionette.